Le sezioni sottili
Per poter essere analizzate al microscopio le rocce devono essere così sottili da divenire trasparenti, in modo da poter essere attraversate dalla luce.
Le rocce vengono quindi tagliate, se ne ricava una prima fetta di circa 2 cm che viene successivamente assottigliata grazie all’uso di frese diamantate.
Quando la roccia è spessa alcuni mm vi viene incollato, con della resina, un vetrino che ne supporterà la struttura.
Il foglio di roccia sarà osservabile quando avremmo raggiunto lo spessore di 3 centesimi di millimetro.
Il microscopio da petrografia
La petrografia è la scienza che studia e descrive la roccia nel dettaglio, definendone i minerali e le tessiture.
Il microscopio ottico polarizzatore a luce trasmessa, fornisce allo studioso un’immagine ingrandita della sezione sottile di roccia posta sul tavolino portaoggetti.
Un doppio sistema di lenti contribuisce a creare l’ingrandimento visibile.
L’obbiettivo è costituito da una serie di lenti poste a precisi intervalli che producono un primo ingrandimento e forniscono un immagine nitida, l’oculare ingrandisce ulteriormente questa figura.
Se si moltiplica l’ingrandimento dell’obiettivo per quello dell’oculare si determina l’ingrandimento totale. Per esempio: 50x⋅10x=500x
Questo particolare microscopio inoltre presenta due filtri polarizzatori: il primo, posto tra sorgente luminosa e tavolino portaoggetti, converte la luce da non polarizzata a polarizzata e il secondo, detto analizzatore, posto tra l’obiettivo e l’oculare, la polarizza nuovamente.
Grazie alla luce polarizzata e all’ingrandimento raggiunto dagli obiettivi il microscopio da mineralogia consente di raccogliere dati univoci e oggettivi nell’analisi delle rocce.